RAPPORTO DOGANA 03

Rapporto scritto da: Custode dei portali

Ennesima giornata piatta. Voglio essere sincero, odio questo lavoro. Persone che arrivano tante, per carità, ma voglia di lavorare zero. Sarà che odio la routine, o perché ho sempre sognato di fare altro, ma questo lavoro mi rompe le palle.

Tuttavia, anche oggi si lavora in questa dogana ipertecnologica.

Il monitor ologrammato comincia a brillare a intermittenza. Premo il centro e si materializza davanti a me il volto smunto di un nativo Omicroniano. Sembra magrissimo persino per essere uno della sua razza.

-Fornire dati, prego- domanda di routine

-Shuto, sono un nativo di qui, sto rientrando da un viaggio – mi risponde tranquillamente.

Annuisco e lo lascio passare oltre il portale. Lo vedo entrare nella dogana e quello che noto è esattamente quello che avevo visto nel monitor poco prima. Si tratta di un individuo piuttosto alto e particolarmente magro. Si muove con andatura leggera, ma noto un picco problema di postura che lo rende leggermente ingobbito.

Sorride gioviale mentre gli faccio cenno di venire incontro a me.

-Salve! – mi saluta rispettosamente

-Salve – rispondo freddo – Motivo della visita? –

-In realtà sto semplicemente tornando da uno dei miei tanti viaggi dimensionali, sono fondamentalmente una persona che ama viaggiare –

-Ah…bene, un curioso! – sorrido mentre esco dal mio gabbiotto e mi avvicino a lui. -Seguimi, devo farti qualche domanda di rituale prima di farti entrare nel pianeta –

L’omicroniano fa cenno di si con la testa mentre ci incamminiamo nella sala dei visti. Ci sediamo, uno di fronte all’altro.

-Allora…- esordisco -Cosa fai per vivere e dove vivi qui su Omicron? –

-Durante il periodo di tregua mi occupavo di viaggi, turismo spaziale –

-Ah, sei uno di quei volponi che si è arricchito organizzando viaggi sulla città spaziale di Lapordo? – chiedo sorridendo

-Diciamo di sì. Poi, vuoi la crisi economica, vuoi la guerra, ho dovuto riadattarmi e cominciare una vita più avventurosa – mi risponde

– In che senso “avventurosa”? – chiedo mimando le virgolette con le dita

-Diciamo che faccio l’ambulante. Raccolgo detriti e li rivendo, e ci sto campando dignitosamente –

Premo il polso dove ho installato il microchip sottocutaneo, facendo materializzare davanti a me un ologramma di una schermata. Chiedo al nuovo arrivato i suoi dati. E’ giovane, poco più che trentenne. Considerando lo sviluppo tardivo degli Omicroniani e la longevità ultracentenaria della loro razza, è fisicamente più simile ad un ventenne umano che ad un omicroniano adulto.

Inseriti i dati trovo subito la provenienza del suo ultimo viaggio. La Terra

-Ultimo viaggio Terra. Immaginavo. Considerando come hanno ridotto il pianeta dopo le varie guerre nucleari e interplanetarie, direi di detriti ne hai parecchi da trovare li –

Annuisce sorridendo.

-Lo sai che è pericoloso vero? –

-Si certo, ma lo è anche qui su Omicron, è il rischio del mestiere – mi risponde facendo spallucce.

C’è un breve momento di silenzio in cui lo guardo dalla testa ai piedi.

-C’è un posto specifico dove vuoi andare?

-Per il mio lavoro vorrei spostarmi nel deserto, dove c’è la guerra civile tra i predoni e i terroristi di Ombra di sabbia.

Annuisco.

-Va bene, è fondamentalmente la scelta più logica. Cabina numero 11098, ti porterà direttamente a Mandulia, nel deserto di Darsia. Con tutte le battaglie che la città ha vissuto nel passato, sicuramente avrai molti detriti da raccogliere, ma penso che questo lo saprai meglio di me. Dovresti farmi un resoconto entro un mese di quanti materiali hai raccolto (omicrongalaxy@gmail.com) . Sai…la burocrazia –

L’omicroniano alza gli occhi al cielo -Si conosco la procedura –

-Va bene, puoi andare verso la cabina che ti ho indicato –

Ci alziamo entrambi in piedi. Io me ne torno nel mio gabbiotto, mentre lui entra nella cabina, pronto a tornare alla vita di tutti i giorni

Cittadini ammessi: Shuto

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